Venerdì, 18 dicembre 2015
The Drunk Series, la webserie canadese scritta e recitata da…ubriachi.
Ogni tanto uno si distrae e il magico mondo di Internet ti sforna qualcosa di veramente strano. Una delle tante cose belle che fanno le serie web è spesso quella di osare, di realizzare qualcosa che sui canali mainstream difficilmente troverebbe spazio. Tipo una serie recitata completamente da gente ubriaca. E scritta da gente ubriaca.
Ebbene, amici, tutto questo esiste: si tratta di The Drunk Series, una webserie realizzata dalla Northern Media Solutions di Vancouver, una casa di produzione specializzata in video advertising. L’idea è tanto semplice quanto stupida, ed è ben riassunta nel claim che accompagna l’opening di tutti gli episodi: “Molti grandi autori hanno scritto sotto l’effetto dell’alcool. Seguendo questa tradizione abbiamo scritto una sceneggiatura da ubriachi. Quello che state per vedere è un filmato sceneggiato da gente ubriaca e recitato da gente ubriaca“.
Non fa una piega. Il primo episodio, nato probabilmente più come video virale che come pilot, è stato caricato sul canale YouTube GangleBot Films nell’estate del 2013 e, ad oggi, conta oltre un milione e mezzo di visualizzazioni. Ma perché andiamo a ripescare un prodotto di due anni e mezzo fa, mi direte voi?
Perché, da poco più di un mese, sono disponibili tutti gli altri episodi sul suddetto canale, e ovviamente sul sito ufficiale della serie. Ma oltre all’idea che sta alla base del progetto, che già da sola fa scattare la curiosità di vedere almeno un episodio, andiamo a parlare della qualità, della trama e della recitazione di questa serie: in sostanza ogni episodio rappresenta una parodia di un genere televisivo o cinematografico ben consolidato (space movie, film d’amore, medical drama, cinecomics) e li reinterpreta in circa cinque minuti, come se la trama fosse stata scritta da un ubriaco e interpretata da altri ubriachi.
Ebbene, amici, tutto questo esiste: si tratta di The Drunk Series, una webserie realizzata dalla Northern Media Solutions di Vancouver, una casa di produzione specializzata in video advertising. L’idea è tanto semplice quanto stupida, ed è ben riassunta nel claim che accompagna l’opening di tutti gli episodi: “Molti grandi autori hanno scritto sotto l’effetto dell’alcool. Seguendo questa tradizione abbiamo scritto una sceneggiatura da ubriachi. Quello che state per vedere è un filmato sceneggiato da gente ubriaca e recitato da gente ubriaca“.
Non fa una piega. Il primo episodio, nato probabilmente più come video virale che come pilot, è stato caricato sul canale YouTube GangleBot Films nell’estate del 2013 e, ad oggi, conta oltre un milione e mezzo di visualizzazioni. Ma perché andiamo a ripescare un prodotto di due anni e mezzo fa, mi direte voi?
Perché, da poco più di un mese, sono disponibili tutti gli altri episodi sul suddetto canale, e ovviamente sul sito ufficiale della serie. Ma oltre all’idea che sta alla base del progetto, che già da sola fa scattare la curiosità di vedere almeno un episodio, andiamo a parlare della qualità, della trama e della recitazione di questa serie: in sostanza ogni episodio rappresenta una parodia di un genere televisivo o cinematografico ben consolidato (space movie, film d’amore, medical drama, cinecomics) e li reinterpreta in circa cinque minuti, come se la trama fosse stata scritta da un ubriaco e interpretata da altri ubriachi.
Il dubbio di trovarsi di fronte ad una grande presa in giro c’è, e che tutti stiano recitando la parte dell’ubriaco sembra più che un’ipotesi. Ma uno sguardo veloce ai backstage, sempre disponibili sul canale, fa un po’ ricredere lo scettico: la possibilità che siano tutti oltremodo brilli è concreta.
Il risultato finale è sicuramente grottesco, ma a tratti esilarante. Senza contare che molte delle trame scritte dagli autori ubriachi ricalcano alla perfezione i modelli trasmessi dall’attuale produzione americana.
Qualcuna riesce pure ad esserne migliore. In conclusione, se avete già finito il catalogo di Netflix e non sapete più cosa guardare, con questa serie potrete sicuramente passare del tempo. Ma a questo punto, per coglierne tutto il potenziale, probabilmente dovrebbe essere ubriaco pure lo spettatore.
Federico Mulas,