Sabato, 26 marzo 2016
Alle premiazioni dell’undicesima edizione del Cortinametraggio, avvenuta il 19 marzo 2016, siamo riusciti a rubare rapide interviste ai vincitori webseriali.
Qui sotto, la nostra Chiara, ci riporta la divertentissima e genuina chiacchierata con regista, attore e acting coach di Rugagiuffa.
Al Cortinametraggio 2016, la veneziana Rugagiuffa è stata premiata come Miglior Webserie Inedita. Mancavano alcuni volti all’appello, ma la chiacchierata con Silvio Franceschet (regista di Rugagiuffa), Marco Paladini (detto Pala, attore della webserie, premiato come Miglior Attore Italiano al Roma Web Fest 2015) e Alessandra Quattrini (l’acting coach del gruppo), è stata esilarante. In quell’albergo a cinque stelle, dopo il super aperitivo post-premiazioni, ci siamo ritrovati a chiacchierare, loro seduti su un divano e io in terra da brava disagiata fuori luogo, quale sono. Il risultato? Tantissime risate e battute, che hanno evidenziato ciò che sospettavo da tempo; dietro la webserie Rugagiuffa c’è un gruppo di amici unito da un’amicizia forte e genuina, che li ha portati a lavorare sodo senza montarsi la testa, raccontando la loro città e se stessi così come sono: giovani, sorridenti e, contrariamente a ciò che ci si aspetta da chi fa teatro e cinema, senza maschere. È stata una lunga chiacchierata, in cui abbiamo ovviamente anche divagato, ma che mi ha mostrato tre ragazzi appassionati, consapevoli di non essere qualitativamente all’altezza di altri prodotti, ma determinati a fare sempre meglio, senza mai porsi su un piedistallo. Vi riporto le cinque domande più “webseriali” dell’intervista…Assolutamente in stile “Rugagiuffa”.
1) Ditemi un po’ cosa pensate di questo premio e di questo festival
Marco Paladini (Pala): Subito le domande difficili!?
Chiara: Va bene, allora raccontatemi l’idea di Rugagiuffa.
Pala: l’idea di Rugagiuffa nasce un po’ per caso nel senso che Silvio, che è sempre stato appassionato di regia – avendo anche studiato questo – era deluso perché non era stato preso in una scuola di cinema. Allora Mala (Nicolò Vianello, uno degli interpreti della webserie, nda), a suo tempo disse «Ma ca**o, perché non facciamo una webserie per tirarlo su di morale?». Ed è stato lì che è nato il germe della webserie. Poi Lorenz (Lorenzo Pagan, altro interprete della webserie, nda) ha trovato il nome. Quindi bisognava capire dove fosse la casa, chi fossero gli attori…
Silvio Franceschet: Diciamo che Rugagiuffa è nata da un forte legame di un gruppo di amici che voleva raccontarsi attraverso il cinema.
Pala: E poi, se posso dirlo, io sono l’ultimo arrivato. Perché, inizialmente, Silvio doveva essere uno degli attori, solo che poi sorgeva il problema di chi potesse tenere la telecamera, e alla fine…
Silvio: E alla fine abbiamo pensato «non siamo nessuno, dobbiamo trovare un divo…(Pala in sottofondo ironizza dicendo “eh, il miglior attore italiano del web”) tutti dicevano «ci dirà di no» e invece io ci ho creduto, ho chiesto a Pala, e Pala…
Pala: …e Pala sotto contratto ha accettato (e di nuovo risate, nda).
Alessandra Quattrini (rivolgendosi a Silvio): dai, dì quella cosa della cartolina, che ci fa sembrare persone serie.
Silvio: Ok… Questa è la spiegazione ufficiale: avevamo voglia di raccontare una Venezia diversa da quella che si racconta di solito, quella da cartolina. Abbiamo voluto raccontare la Venezia dal punto di vista di chi la abita, che siano veneziani nati a Venezia o quelli che vengono da fuori e che ci vivono. Parlare di una Venezia con problemi specifici e come città viva, abitata da persone che hanno problemi in comune con altre città.
Pala: E tutto eliminando i luoghi simbolo della città di Venezia, quindi il Ponte di Rialto, Canal Grande, Piazza San Marco…
Silvio: Esatto. E una delle cose più difficili è stata raccontare Venezia con il “chi la abita”, dando molta importanza ai personaggi evitando l’immagine da cartolina…Ed è un rischio che, a Venezia, c’è sempre con le riprese in esterno; inquadri una finestra e dici “oh, che bello Venezia!”.
Pala: Invece inquadri il Mala e dici «’varda sto stupido…» (e si ride di nuovo, nda).
2) Ma avete avuto un patrocinio?
Pala: Sì, abbiamo avuto il patrocinio di Gesù Cristo che ci sostiene sempre nel nostro operato…
Alessandra: …e di San Marco…
Pala: …e delle mamme che ci sostengono alla grande!
(e anche qui, risate)
Silvio (riportando un po’ l’ordine): Paradossalmente noi partiamo da un’idea anti-turistica della città. Siamo partiti auto-prodotti e continuiamo a essere auto-prodotti. Però poi ci sono stati interessamenti da parte di Vela, che organizza eventi a Venezia, che ci ha chiesto – dandoci sempre carta bianca – di parlare in quel caso di due festività veneziane dal punto di vista dei cittadini, quindi il nostro. Ci hanno dato un piccolo finanziamento e dovevamo parlare in stile “Rugagiuffa”, senza metterci paletti.
3) E poi avevate già il successo veneziano quando sono arrivati con la proposta, giusto?
Alessandra: Sì, avevamo già un pubblico che ci seguiva.
Pala: E ci hanno contattato presumo anche per questo.
Silvio: Altro rischio di Venezia (facendo riferimento all’enorme seguito che la webserie ha a livello locale, nda) è che, siccome è unica al mondo per quanto riguarda il tipo di vita, si rischia di essere troppo autoreferenziali. Quindi, con la seconda stagione, abbiamo cercato un po’ di universalità per poter uscire dall’isola e avere riscontro anche fuori, piacere anche fuori.
E, l’esperienza prima a Roma e quella di oggi a Cortina, ci danno più sicurezza e ci fanno capire che possiamo piacere anche fuori.
4) Vi aspettavate tutto questo?
Silvio: No. Di vincere a Cortina, no. Eravamo contenti, ma non ce l’aspettavamo. A parte Pala che se lo sente sempre
Alessandra: Lui ha il sesto senso; sente sempre quando vinceremo. Eravamo tutti cinici.
Pala: Ho avuto la fortuna di avere un presentimento buono a suo tempo a Roma, però ovviamente tra tutti i premi non avrei mai pensato che io avessi preso il premio come miglior attore italiano!
Silvio: È vero, per Roma tutti dicevamo, «va beh dai, ragazzi, già tanto che siamo in finale. Andiamo là e..”
Pala: E io dicevo «no no ragazzi, mi sento che qualcosina prenderemo. E tutti «ma no, che c***o ti disi…» e alla fine avevo ragione io. Anche oggi sono partito con il presentimento buono, anche se loro non ci credevano. Quindi diciamo che sono io quello che sprona.
Alessandra: Sì, lui è l’uomo di fede del gruppo.
5) Dai, ora torniamo alla domanda difficile e ditemi cosa pensate del Cortinametraggio.
Silvio: Una cosa ottima del Cortinametraggio, anche rispetto ad altri festival, anche a festival di webserie, è il fatto di proiettare la sera e fare una proiezione che riempie la sala, dando una possibilità di visibilità importante. L’avere un pubblico è molto importante, perché noi facciamo questo per essere visti, o meglio per dare la nostra visione del mondo a più gente possibile.
Alessandra: E se la sala è piena è un buon segno.
Silvio: Esatto e da questo punto di vista, il Cortinametraggio che crea l’evento ogni sera, ci dà una grossissima opportunità.
Questa chiacchierata è poi proseguita con divagazioni (“Cortina è bellissima”, “Chiara è una bravissima giornalista. Comprate il suo libro”, “Imparerete a fare webserie studiando il suo libro”) e altre risate (davvero tante).
Questi ragazzi e la loro webserie sono tanto seguiti e apprezzati in quel di Venezia, così come sono stati spesso criticati altrove. Personalmente credo che siano uno degli esempi di come la passione e la voglia di fare possa portare un progetto ad avere riscontri anche al di fuori della cerchia di parenti e amici. E gli auguro che questo premio del Cortinametraggio li spinga ancora più in alto.
Chiara Bressa,
World Wide Webserie / About Me
@Chiara Bressa