Speciale Roma Web Fest: come finanziare una webserie?

by | Oct 2, 2016 | Uncategorized

Domenica. 2 ottobre 2016

Il dolente tasto dei finanziamenti per la realizzazione di una webserie, è un tema a noi molto caro. Ecco perché, a seguito del panel del Roma Web Fest dedicato proprio a questa tematica, abbiamo intervistato il Dottor Mario La Torre, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università “La Sapienza”, facendoci spiegare meglio l’attuale situazione del finanziamento webseriale.

Il 30 settembre, al Roma Web Fest, si è tenuto un panel dedicato interamente a come finanziare una webserie. Perché sì, le webserie sono in crescita e a dirlo non siamo noi, ma il mercato. Pian piano si sta muovendo un mercato, ancora agli albori, ancora forse non definibile né mercato, né settore, ma le cose per le webserie stanno davvero cambiando. Il webseriale, infatti, sta attirando sempre più l’attenzione di brand, broadcaster e case di produzione. Tuttavia, film-maker e creativi, non presentano quasi mai un solido modello di business, non impostano mai il fantomatico business plan, necessario a vendere un qualsiasi tipo di prodotto e, di conseguenza, non riescono a proporsi al mercato. Questa “impreparazione” di base finanziaria e, se vogliamo, di comunicazione finanziaria e strategica, impedisce ai brand, ai broadcaster e ai potenziali produttori, di venire a conoscenza dell’esistenza di molti talenti, rivolgendosi sempre ai noti per la realizzazione di contenuti web nativi. Proprio di queste tematiche, si è parlato durante il panel organizzato dal Roma Web Fest, mediato dal Dottore Mario La Torre, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università “La Sapienza”.

Sono intervenuti Lidia Ravera, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Lazio, Andrea Materia, CEO e Fondatore del Multi-Channel Network Greater Fool e Chief Operating Officer di FilmIsNow, Daniele Basilio, Head of Audiovisual Projects and Production della Apulia Film Commission, Stefano Bisignano, referente per la direzione generale cinema del Mibact e Young Man Kang, direttore artistico del KWebFest.

Nel corso del panel sono stati toccati differenti aspetti dell’attuale situazione dei finanziamenti per le webserie in Italia, dall’importanza che ricoprono i branded content per i creativi indipendenti, alla necessità della costituzione di piccole strutture societarie per poter, per esempio, godere del credito d’imposta. Nel 2013, infatti, il credito d’imposta (incentivo fiscale volto a promuovere le opere audiovisive) è stato esteso alle opere televisive e web native. Questa estensione del Tax Credit alle webserie è un passo importante verso il riconoscimento di tali contenuti come prodotti culturali al pari della cinematografia, considerandole quindi degne di una considerazione che le porti a uscire dall’estetica del no budget. Le riflessioni in merito ai finanziamenti per le webserie, sono state moltissime nel corso del panel e, perciò, abbiamo deciso di fare qualche domanda più specifica a Mario La Torre, docente di Economia degli Intermediari Finanziari, cercando di capire perché, in Italia, il “modello di business” del crowdfunding non ha sempre il successo sperato, quali altre vie di finanziamento sono al momento attuabili, perché il business plan non è diffuso tra i creativi webseriali e cosa fare quando ci si approccia alla dolorosa ricerca di finanziamenti per un prodotto webseriale.


1) Perché sembra che in Italia, il crowdfunding per le webserie (e non solo), fatichi a ottenere fiducia, mentre all’estero è quasi una consuetudine e funziona?
Direi che non si tratta di una mancanza di fiducia, ma forse in Italia è più estraniante ciò che all’estero è accettato con maggiore serenità, cioè che le piattaforme di crowdfunding possano ricoprire in realtà una parte molto ridotta delle necessità finanziare, fatto salvo alcuni casi particolari. Anche quando la campagna ha successo, può accadere che venga rimanga ancora da finanziare gran parte del budget. Inoltre, gli attuali schemi di crowdfunding, si basano sostanzialmente sulla donation e non danno un ritorno al finanziatore/produttore. Far sentire parte del progetto chi decide di contribuire finanziariamente, è un elemento interessante, ma è certamente un ostacolo a finanziamenti significativi.

2) Il finanziamento dal basso e l’autofinanziamento sembrano spesso le uniche vie per una webserie, ma ne esistono altre, dagli sponsor, al product placement… Ma anche questi sembrano quasi irraggiungibili, o comunque non bastano a coprire i costi dell’intero progetto. Cosa potete/può dirci in merito? E quali altre vie di finanziamento possono essere attuabili per una webserie?
È vero che il crowdfunding si sposa bene con la filosofia delle webserie, in quanto il dialogo tra film-maker e follower avviene su web e rimane nel circuito degli aficionados. Ma si sta muovendo qualcos’altro in un’ottica più di mercato. Il mercato delle webserie è agli albori; è già stato faticoso portare avanti un discorso di finanza nell’industria audiovisiva tradizionale, e per il web sicuramente il percorso non sarà diverso. In quest’ottica è immaginabile prospettare un percorso classico, basato su un primo intervento del finanziamento pubblico, il quale fa da leva al finanziamento privato. Per il web, in questa fase, stiamo vivendo il primo stadio: le istituzioni si sono accorte di questo nuovo mercato, soprattutto perché i broadcaster si stanno orientando (prevalentemente per fare scouting) su questi prodotti e si sono avvicinate alle webserie. Il recente ampliamento dei benefici fiscali (tax credit) anche alle opere web native, rappresenta un segnale molto importante da parte del MIBACT. Tuttavia, nell’attesa che gli intermediari finanziari sostengano i film-maker indipendenti, si sta attuando un’altra tendenza, rappresentata dai prodotti brandizzati, ovvero sponsorizzati da imprese e corporation. È vero, è difficile accedervi perché nascono dall’input della domanda, che va sicuramente sensibilizzata (c’è quindi la necessità di fare da ponte tra le imprese che si aprono a una nuova comunicazione più creativa e i film-maker), ma esistono già diverse aziende interessate a questa forma innovativa di web marketing, e che hanno difficoltà a rintracciare i creativi meno noti, ma magari più funzionali alle loro esigenze. In questo senso il Roma Web Fest è un’occasione importante per i film-maker, in quanto vetrina anche per artisti meno. Il prodotto brandizzato può essere assimilato a quello che nel cinema è stato il documentario aziendale; tra un film e l’altro, i registi, trovavano soddisfazione artistica ed economica girando documentari commissionati dalle aziende, creando spesso anche prodotti di grande valore. Il prodotto brandizzato è uno strumento intelligente sia per le imprese, perché propone una comunicazione più giovane, innovativa, attraente e virale, sia per i creativi, che nel prodotto brandizzato trovano una palestra perfetta per metter alla prova il loro talento, sicuri che il costo di produzione sarà coperto. 
Ripeto, siamo ancora agli inizi, ma sia per i finanziamenti pubblici che per quelli privati, ma queste tendenze saranno maggiormente delineate nei prossimi anni.

3) Come per ogni progetto, è bene iniziare con una pianificazione dei costi e un business plan anche per una webserie, ma sono davvero in pochi a farlo e ad impostarlo bene. Perché?
Si tratta di una questione di formazione. Per 10 anni sono stato direttore del Master in Gestione delle Imprese del Cinema e della Televisione che, inizialmente, era un’assoluta novità. Poi è diventato il master con il più alto tasso di placement, perché l’industria dell’audiovisivo aveva necessità di figure professionali che conoscessero la parte creativa e avessero la sensibilità per comprenderla, ma che al tempo stesso sapessero costruire un budget, valutare delle condizioni contrattuali e gestire il processo produttivo.
Il fatto di non saper impostare un business plan, è dunque principalmente una questione di competenze personali, ma per altro verso dipende anche dal fatto che i film-maker non trovano supporto nei professionisti del settore, che spesso si dedicano a produzioni ed artisti consolidati. 

4) Consigli utili per un creativo che si approccia alla dolorosa ricerca di finanziamenti per una webserie? Ognuno deve trovare la sua strada, senza il timore di pensarsi, oltre che come creativo, anche come produttore/micro imprenditore. Nessuno dovrebbe rifiutare la parte più “noiosa della storia”, cioè quella che ad esempio prevede di gestire i diritti, richiede di costituire una società, interagire con il proprio commercialista. Spesso, infatti, i giovani film-maker si trovano nella  situazione di avere un buon prodotto, ma con i diritti di sfruttamento divisi tra più autori, rendendo così difficile la negoziazione dei diritti stessi. Devono ricordare che non è necessario costruire strutture societarie complicate, ma funzionali allo scopo. Ai giovani film-maker ricordo non tutto può essere risolto nel mondo del creativo, e trovare il giusto equilibrio tra creazione e dimensione micro imprenditoriale, cercando ovviamente di intercettare le persone giuste da affiancare. Quelli che sono più attivi e hanno maggior successo in questo mestiere, sono coloro che si mantengono umili, mettendosi anche al servizio delle cose più noiose “faccende domestiche”, sfatando così il falso mito per cui o si nasce artisti o si nasce contabili. 

Quindi, cari creativi webseriali, qualcosa si sta muovendo e si sta creando un mercato per le webserie, ma voi dovete entrare nell’ottica di questo mercato; non limitatevi a creare il prodotto, impostate una strategia per venderlo e affidatevi a esperti intermediari finanziari che possano davvero aiutarvi a ottenere i fondi necessari alla realizzazione delle vostre opere. Solo così, considerando tutti gli aspetti del “fare webserie”, che non si limitano a scrivere gli episodi, girarli e “buttarli” in Rete, ma che prevedono anche l’ipotizzare somme, il pagare un commercialista e affrontare una serie di scartoffie burocratiche, potrete davvero uscire dall’etichetta del “no budget” e veder realizzato ciò che avete in mente.



Chiara Bressa,
World Wide Webserie / About Me
@Chiara Bressa



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