Arthur, la webserie distribuita da Radiotelevisione Svizzera (RSI), porta al panorama delle webserie una ventata d’aria fresca.
In un momento di relativa stasi nel panorama webseriale italiano, ogni tanto arriva una ventata d’aria fresca a portare qualche progetto che ci risvegli dal torpore. E se la ventata d’aria arriva dalla Svizzera è sicuramente bella fresca. Scherzi a parte, stiamo parlando di Arthur, la serie web prodotta e distribuita da RSI, con protagonista Ettore Nicoletti, nei panni di Arthur.
Arthur è la versione di Dexter in salsa Canton-Ticinese, per metterla giù in maniera davvero semplice e immediata (e anche erroneamente riduttiva). Perché, se è vero che il paragone con la serie americana ci può stare per la figura di Arthur, serial killer che si nasconde dietro un’immagine affidabile e priva di sospetti, dall’altra parte siamo di fronte a una storia completamente diversa. Ma quello che rende davvero interessante il progetto diretto da Nick Rusconi (che ha scritto la serie insieme a Chloe de Souza), è che finalmente siamo di fronte ad una webserie che decide di sfruttare davvero il web.
E questo è il vero punto di forza della webserie: è molto più di una storia a puntate. Arthur è un social game, dove lo spettatore, oltre a godersi lo show di questo strano personaggio, è chiamato a indagare sul contorno dagli stessi creatori, che hanno sparso qua e là degli indizi utili a svelare l’identità di un misterioso personaggio (che ovviamente non spoileriamo nel caso vogliate godervi la webserie per intero). E, il premio per il gioco, è tutt’altro che un mero riconoscimento: coloro in grado di superare tutte le prove e riconoscere la misteriosa figura, potevano competere per un bottino di 8000 franchi svizzeri. Mica bruscolini.
Tutto questo ha generato un evidente passaparola su Facebook, con la pagina ufficiale della RSI che dava indizi extra agli spettatori per aiutarli a decifrare i codici, mostrando backstage e contenuti inediti e stimolando l’utente. La risposta è stata quella di aver generato una vera e propria community attorno alla webserie, con gruppi Facebook di “aiuto reciproco” nati spontaneamente attorno al gioco.
In Italia abbiamo già avuto un esperimento vincente di social game con la webserie L’Altra – Martina Dego di Riccardo Milanesi, la prima social fiction interattiva su Facebook, ma si trattava di un progetto arrivato nel panorama italiano probabilmente con troppo anticipo per uscire dalla sfera della produzione underground. Arthur arriva al momento giusto, ma la domanda che mi sorge spontanea è: perché nessuno sta puntando su questo tipo di progetto? Perché con tutte le possibilità che la struttura del web offre a creatori e spettatori, continuiamo ad assistere alla nascita di progetti che nel web hanno solo il canale di distribuzione.
Quindi ben vengano progetti come Arthur, e speriamo che dalla Svizzera sia arrivata una bella sveglia per il panorama webseriale italiano (non solo per i creatori, ma anche per eventuali finanziatori).
Federico Mulas,
World Wide Webserie
@Feda_3